06
Set 2016
San Biagio o Sant’Agata alla Fornace

La Chiesa di San Biagio, conosciuta anche come Sant’Agata alla Fornace (e a breve vi spieghiamo perché) è quella che sovrasta l’anfiteatro romano che si trova in piazza Stesicoro.
La sua ricostruzione all’indomani del terremoto del 1693 si deve al vescovo Andrea Riggio, che per motivi culturali e religiosi decise che quel monumento in cui si svolse parte della storia di Sant’Agata, patrona di Catania, non poteva che essere restituito ai catanesi e alla città.

Secondo la tradizione infatti, proprio sul terreno in cui sorge San Biagio si trovava la fornace in cui la giovane Agata subì il martirio, da qui il suo secondo nome che abbiamo citato nel titolo e all’inizio di questo post. In più, proprio al suo interno, nella cappella che si trova alla destra dell’altare si possono vedere i resti di quella fornace, mentre un affresco del 1938 firmato da Giuseppe Barone, racconta quei momenti vissuti da Sant’Agata, a completare il quadro un’iscrizione che recita “Qui fu travolta fra i carboni accesi”.

La storia poi si confonde con i racconti tramandati nel corso dei secoli, secondo i quali per miracolo i tizzoni si spensero per evitare che la giovane Agata morisse bruciata.

Fu questo uno dei motivi per i quali la giovane martire divenne patrona della nostra città e fu per questo che al suo culto è legata la convinzione che Sant’Agata protegga Catania dal fuoco che più volte ha tentato di distruggere la città. Più volte il velo di Sant’Agata è stato portato fino alle colate partite dall’Etna che non in una sola occasione hanno lambito Catania.

Dando un’occhiata alla facciata di San Biagio quello che emerge è lo stile neoclassico realizzato da Antonino Battaglia. Al suo interno la Chiesa ha un’unica navata e se una delle due cappelle, come detto, è dedicata a Sant’Agata, l’altra invece vede svettare una raffigurazione del Crocifisso.

San Biagio è presente su uno degli altari laterali alla destra della Chiesa.

All’interno dei San Biagio è presente anche una tela di San Giovanni Nepomuceno.

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