Jeli il Pastore in scena a Vizzini

Jeli il Pastore andrà in scena il 15 settembre a Vizzini, all’interno delle celebri Manifestazioni Verghiane.

Questa opera, scritta e diretta dal regista Lorenzo Muscosoanalizza profondamente alcuni aspetti dell’essere umano nel rapporto con il mondo, nelle relazioni sentimentali e familiari. Il rimorso è uno dei temi che viene affrontato nello strazio del pastore verso il padre, una visione quasi spettrale vissuta attraverso l’intimità del ricordo. Una citazione all’Amleto a cui l’autore si è volutamente ispirare nella composizione di questo dramma, dal senso di alienazione a quello della crescita della follia che attraversa e travolge il protagonista. Il racconto mette in evidenza anche quello che è l’incapacità di Jeli (Salvatore Ragusa) di comprendere la sua stessa esistenza, la malasorte che lo colpisce lo riporta alla vita, dopo un trascorso nel sonno e nel beato isolamento. Un concetto di emarginazione che trae la sua tristezza negli scatti Hopperiani e in quello che il tema Sorrentiniano de le Conseguenze dell’amore, il cui accadimento porta alla ricostruzione di un proprio Io nel rapporto con la realtà circostante.Il giovane trova conforto solo nel Massaro Agrippino (Orazio Alba), che affronta il suo disagio con saggezza e comprensione preso anche dall’euforia della festa di San Giovanni e nell’illusione che la figlia possa sposare il benestante Rocco (Paolo Randello) figlio del Fattore Neri. Mara (Raffaella Bella), ormai adulta soffre della fugacità della bellezza, cancellata da un tempo andante che non risparmia nessuno, un assillo simile a quello che vive Don Alfonso (Davide Sbrogiò), che instaura con lei un legame segreto che va oltre il semplice adulterio. La loro storia si incarna perché entrambi sono vittime dello stesso malessere. Preoccupata dal destino e dalla sua debolezza nell’affrontarlo contrae nozze con Jeli, al quale mostra una forte devozione che inizialmente lo inganna e poi lo abbaglia a tal punto da non ascoltare più le calunnie della gente.
Una sottile perfidia che l’accomuna, per certi versi a quella malignità viscerale di un altro personaggio shakesperiano, Lady Macbeth nell’offuscamento del pensiero altrui. Una struttura narrativa che si sviluppa attraverso flashback e costruzioni sintattiche elevate raccordate da un Narratore omodiegetico (Riccardo Maria Tarci) che diviene testimone e partecipante. Una creazione dinamica messa in scena nel teatro della Cunziria, luogo storico della Cavalleria Rusticana e La Lupa che si sviluppa secondo geometrie e spazi in cui ogni personaggio viene identificato nel contesto in una complessa direzione registica che vuole portare il pubblico dentro un esperienza sensoriale in cui il teatro e cinema si fondano in unicum.

Il senso intimo viene percorso attraverso effetti sonori e partiture musicali composte dal Maestro Franco Barresi che accompagnerà le varie scene con un motivo che trova la sua massima espressione nel climax finale. Trasfigurazioni sonore rese ancora più percettive nell’incontro con l’astrazione vocale del cantante palestinese Faisal Taher che introdurrà , istante dopo istante, tonalità drammatiche nella dimensione onirica della tragedia.

15 Set 2017
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