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Gen 2018
Henri de Toulouse-Lautrec in mostra a Palazzo della Cultura da febbraio

Parigi, fine Ottocento: la vita bohémienne, gli artisti di Montmartre, il Moulin Rouge, i postriboli, i teatri, le prostitute. Questa è la realtà che vive e rappresenta Henri de Toulouse-Lautrec (1864-1901), diventando il più noto interprete della Belle Epoque.

Palazzo della Cultura di Catania si prepara ad ospitare un’altra prestigiosa mostra dopo il grande successo di quella allestita su Escher. Dal 3 febbraio al 3 giugno protagonista sarà il grande Henri de Toulouse-Lautrec. Il pittore post-impressionista di fine Ottocento che, da secoli, incanta il grande pubblico con la sua personalità bizzarra e le sue opere raffiguranti l’intramontabile fascino della capitale francese.

Nonostante la sua breve esistenza interrotta all’età di trentasette anni, le opere di Toulouse-Lautrec continuano ancora oggi ad esercitare un enorme fascino negli occhi di chi le guarda, un fascino da ricondurre sicuramente a quello senza tempo della capitale francese, ma forse anche all’aura di artista maledetto e sorprendentemente fuori da ogni schema che circonda l’autore che la ritrasse.

Originario di una famiglia aristocratica e affetto da una forma nanismo causata da due cadute da cavallo, Lautrec rifiutò, infatti, gli agi della vita borghese e condusse una vita dissoluta contrassegnata dall’alcol e dai bordelli. Visse da sradicato tra le strade e i locali di Montmartre e, per tale motivo, per il suo eterno girovagare nel cuore di uno dei quartieri parigini che meglio rappresenta la vita da bohémien, fu soprannominato “l’anima di Montmartre”.

Proprio in quel quartiere malfamato, tra i café, i locali e i bordelli, l’artista trovò spiriti affini, profonda ispirazione. Lì vi collocò il suo atelier, dedicandosi soprattutto al disegno e servendosi in maniera nuova di quella linea funzionale tanto cara agli impressionisti per cogliere nel modo più preciso possibile i corpi e gli spazi attorno a sé. Innovativo fu anche nell’ambito della grafica e della litografia di cui divenne un vero e proprio maestro. In particolare, si dedicò alla creazione di locandine e manifesti per spettacoli di teatro e cabaret, anticipando di fatto il moderno manifesto pubblicitario.

Osservare le opere di Lautrec oggi significa catapultarsi letteralmente in un’altra epoca, perdersi in un mondo pittoresco ed estremamente variegato, fatto di spettacoli, luci, colori e intrecci suggestivi e avvolgenti. Significa incontrare ubriachi, ballerine, prostitute, barboni, reietti e sradicati, anime tormentate che popolano ognuno degli sfondi raffigurati, colti con estrema precisione nella loro umanità, un’umanità il più delle volte drammatica e struggente ma non per questo meno dignitosa.

Curata da Stefano Zuffi, dal 3 febbraio una grande mostra al Palazzo della Cultura di Catania celebra il percorso artistico di Toulouse-Lautrec con 170 opere provenienti dall’Herakleidon Museum di Atene. Manifesti, litografie, disegni, illustrazioni, acquerelli, insieme a video, fotografie e arredi dell’epoca riscostruiscono uno spaccato della Parigi bohémienne, riportando i visitatori indietro nel tempo.

Tra le opere più celebri presenti in mostra litografie a colori (come Jane Avril, 1893), manifesti pubblicitari (come La passeggera della cabina 54 del 1895 e Aristide Bruant nel suo cabaret del 1893), disegni a matita e a penna, grafiche promozionali e illustrazioni per giornali (come in La Revue blanche del 1895) diventati emblema di un’epoca indissolubilmente legata alle immagini dell’aristocratico visconte Henri de Toulouse-Lautrec.

La mostra sarà aperta tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dal 3 febbraio fino al 3 giugno. Il biglietto d’ingresso è fissato in € 12,00, € 10,00 il ridotto, entrambi con audioguida.

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