30
Ago 2017
La leggenda di Pippa la Catanese (Catania XIII – XIV secolo)
Pippa era una lavandaia vissuta a Catania tra il XII e il XIV secolo. Il suo vero nome era Filippa, ma per vezzo familiare tutti la conoscevano come Pippa.
Il destino le riservò la grande fortuna di essere scelta come nutrice di Luigi (1301), figlio di Roberto d’Angiò e Violante d’Aragona che al tempo vivevano al Castello Ursino. Il piccolo Luigi, grazie alle cure di questa balia-mamma siciliana crebbe forte e vigoroso tanto che anche quando gli Angioini furono cacciati dalla Sicilia e fecero ritorno a Napoli, con particolare benevolenza i sovrani la vollero al proprio fianco, anche se di lì a poco il piccolo Luigi improvvisamente, nel 1310, morì.
Pippa alla corte Angioino-aragonese conquistò un ruolo sempre più importante e arrivò a sposare il siniscalco del re, da cui ebbe tre figli.
Nel 1343, salì al trono Giovanna I d’Angiò che aveva sposato il principe Andrea d’Ungheria sebbene fosse innamorata del cugino Luigi, duca di Taranto. Quando il principe Andrea fu incoronato Re di Napoli, l’antipatia e l’intolleranza verso Andrea, accecato di potere, crebbero al punto che la regina, sapendo di avere l’appoggio del popolo, decise di ordire una congiura che culminò con la morte del marito prima strangolato e poi scaraventato giù da una finestra.
Intervenne il Papa, all’epoca supremo signore feudale sul Regno di Napoli, che cominciò una vera e propria caccia all’uomo per identificare i congiurati. La prima a essere indiziata fu proprio Pippa che nel frattempo era diventata confidente della Regina e proprio per questo ritenuta “persona informata sui fatti”. L’ex lavandaia fu torturata per costringerla a parlare, ma Pippa – non si sa se perché effettivamente non sapesse nulla o per fedeltà incondizionata nei confronti della Regina – disse solo di aver saputo della congiura, ma di non avervi preso parte. Pippa pagò per una colpa non sua e morì fra orrende torture, arsa viva insieme a uno dei suoi figli e a un nipote, mentre i veri assassini di Andrea rimasero impuniti e non vennero mai identificati.
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