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Mag 2016
Rosalia e la finestra su Palazzo San Giuliano

Sicuramente vi sarete trovati a passeggiare in via Etnea durante una giornata di sole, ma forse non vi siete mai accorti di un particolare un po’ tetro che ha a che fare con Palazzo San Giuliano, in piazza Università.

Proprio sul lato sinistro del palazzo, vi sono due balconi murati, definiti dalle dicerie popolari “I stanzi du dilittu da barunissa”.

La baronessa in questione era Rosalia Petruso Grimaldi, baronessa di Pullicarini, donna bellissima e piena di pretendenti a causa del suo aspetto attraente, viso angelico e corpo avvenente.

Ebbe la sfortuna di sposarsi ancora sedicenne con don Orazio Paternò Castello, futuro principe di San Giuliano, con il quale andò a vivere proprio nel Palazzo San Giuliano, oggi proprietà dell’Università di Catania.

In pochi anni ebbero tre figli, Antonino, Francesca Salesia e Giuseppa, ma l’amore passionale che li univa presto lasciò posto alla gelosia più morbosa che un uomo possa mai provare.

Secondo le storie narrate di padre in figlio, la baronessa Rosalia si ritrovò segregata in casa, senza poter parlare con nessun uomo o donna esterna al palazzo e costretta a subire i violenti scatti d’ira del marito.

Il 15 marzo del 1784 accadde la tragedia: in una violenta lite don Orazio pugnalò la moglie al petto uccidendola, e con lei assassinò anche la sua cameriera.

La vicenda destò grande scompiglio in tutta l’isola, il viceré Domenico Caracciolo da Palermo inviò delle squadre di granatieri per assicurare la punizione all’omicida, la città fu in procinto di rivoltarsi perché molto legata alla bella e dolce Rosalia. Tuttavia don Orazio, figlio di un potentissimo senatore, riuscì a farla franca e a far perdere le sue tracce.

C’è chi dice che al convento dei Benedettini, tra i monaci, ve ne fosse uno che si comportava in maniera diversa, e che ogni notte piangeva in ginocchio implorando perdono. Molti anni dopo i figli di Rosalia decisero di far murare le stanze in cui si compì il delitto per mettere a tacere le dicerie che accusavano la madre di adulterio.

Nonostante la voglia di dimenticare l’accaduto, molti sentono ancora provenire da quelle stanze delle urla disperate, quelle di Rosalia in punto di morte.

Fonte: Catania Segreta. Guida Esoterica alla città di Rosario Leonardi

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