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Lug 2019
Villa Scabrosa

Nel 1669 a seguito dell’eruzione vulcanica si formò una piccola conca rocciosa in prossimità del mare, vicino al porto della città di Catania.

Fu così che Ignazio Paternò Castello (1719-1786), V principe di Biscari, ebbe l’idea di mantenere questo piccolo golfo, formatosi dalla lava (data la particolarità della sua forma) e creare uno straordinario complesso. Un giardino artificiale totalmente recintato adornato da piante e vegetazione di ogni tipologia, con due grandi vasche di acqua dolce, riempite di pesci, volute fortemente dal principe, che fece addirittura modificare l’afflusso del fiume Amenano (il fiume sotterraneo che attraversa la città di) in modo da alimentare le due sorgenti.

La villa, venne ampliata dal Principe, che acquistò i terreni circostanti e fece costruire degli appartamenti per ospitare gli uomini illustri di passaggio per la città etnea. Ribattezzata anche con il nome di Villa della Lava, divenne un’oasi artificiale alla quale era possibile accedere tramite una strada carrozzabile costruita appositamente. Una villa monumentale, i cui elementi architettonici erano costituiti proprio da blocchi di pietra lavica, incastonati naturalmente, tanto da formare un piccolo golfo naturale.

La creazione di Villa Scabrosa ha delle forti valenze simboliche, poiché rappresenta la rinascita della città di Catania, che come l’araba Fenice risorge dal fuoco della lava che l’ha quasi distrutta.

Divenne luogo simbolo della città, frequentato da uomini di ogni ceto e tappa obbligatoria per i grandi viaggiatori dell’epoca che raccontavano di questo luogo, unico nel suo genere, negli scritti dei loro diari di viaggio, durante i loro soggiorni nella città di Catania.

Furono molti i viaggiatori che, colpiti dalla singolarità della villa, scrissero dettagliatamente le bellezze di quest’armonico complesso. Tra i quali ricordiamo l’inglese Henry Swinburne, che soggiornò a Catania alla fine del gennaio 1778 scrivendo “Nel suo Viaggio nelle due Sicilie negli anni 1777-1780” o Carlo Castone, conte della Torre di Rezzonico, che fu in Sicilia dal 1° d’agosto 1793 al 12 gennaio 1794.

Un paesaggio bucolico e romantico che non faceva altro che attirare turisti provenienti da tutto il mondo. La tranquillità di Villa Scabrosa fece si che questo giardino divenne luogo di incontri furtivi della nobiltà catanese, ma nel corso degli anni, gli scandali, le invidie e le continue malattie che si verificano nella zona della Villa convinsero i catanesi ad abbandonare quel luogo.

Nel 1786, infatti dopo la morte del Principe Biscari, la villa venne totalmente abbandonata, gli eredi infatti per fronteggiare i debiti lasciati dal principe imposero il progressivo smantellamento dell’intero complesso.

Il terreno, diviso in lotti, venne venduto e destinato alla semina e non ne rimane nessuna traccia, se non il nome di una strada, la Via Villa Scabrosa, nei pressi della Plaja, molto probabilmente situata nell’area dove un tempo sorgeva il complesso architettonico.

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