20
Set 2019
Controesodo, il nuovo itinerario turistico-culturale di Antonio Presti

Controesodo” è il nome del nuovo progetto del mecenate Antonio Presti, ma è anche l’equazione etica di una contemporaneità che si rifugia nell’omologazione del pensiero globale; un movimento sociale che deve trovare nelle nuove generazioni la restituzione della Bellezza dei luoghi; l’unione di intelligenze che sfuggono alla forza centrifuga dell’esodo e che ritrovano il futuro nel valore universale di essere comunità.

Con questo pensiero, che si anima della spiritualità del Cantico delle Creature di San Francesco, il presidente della Fondazione Fiumara D’arte – per i prossimi 20 anni e per la consegna al futuro di questo grande patrimonio della Sicilia – innesta sull’Etna e sulla Valle dell’Alcantara la sua nuova visione etica ed estetica per fronteggiare una delle più grandi emergenze di questo presente: la desertificazione dell’anima e di quei territori che oggi soffrono l’asfittica parabola discendente della modernità.

Sull’asse antropologico e sociologico che vede scorrere intere comunità di giovani verso luoghi “altri” dalla Sicilia, con uno sradicamento e un distacco che annulla ogni futuro, Antonio Presti ha deciso di infondere Luce sui valori dell’identità e dell’appartenenza, restaurando la forza della specificità e il valore della conoscenza come strumento di unione e di relazioni maieutiche. Per mesi oltre 30mila abitanti e 3mila studenti di undici comuni che si nutrono della forza della Grande Madre Etna e del fiume Alcantara che nasce dai Nebrodi, sono stati protagonisti di un processo creativo condiviso, con laboratori fotografici che hanno immortalato sguardi, emozioni, passioni per diventare installazioni dell’anima e battezzare le comunità con le parole del Santo d’Assisi. L’obiettivo del “Controesodo” – che ha coinvolto i comuni di Piedimonte Etneo, Randazzo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, S. Alfio, Milo, Malvagna, Motta Camastra, Graniti, Gaggi e Francavilla – è quello di rivitalizzare il presente grazie alle più solide agenzie educative, in primis la famiglia e la scuola, rinsaldando i legami con la natura e il paesaggio, le reti delle persone e le infrastrutture identitarie delle comunità.

«Dopo il riconoscimento internazionale della Fiumara d’Arte e del Museo Albergo Atelier sul Mare Valle dell’Halaesa Parco dei Nebrodi, nei 40 anni di impegno civile, solitudini culturali e battaglie istituzionali, che grazie al valore politico della Bellezza hanno rigenerato e restituito identità ai territori della Valle dell’Halaesa, oggi famosi in tutto il mondo – spiega il maestro Presti – oggi più che mai, invece di nutrirmi passivamente del riconoscimento della mia storia, sento la necessità di scegliere la via del Ringraziamento, continuando ancora a seminare. Lo spirito che anima l’amare è sempre seminare, e quando si è sentimentalmente legati con il cuore a un territorio, si fa di tutto per tentare di farlo sopravvivere e di sopraffare i pensieri di morte, abbandono e afflizione che anestetizzano l’anima. Dire che in questi territori non c’è futuro, non c’è lavoro, non ci sono più giovani, vuol dire affermare la morte del futuro; scoprire che in alcuni paesi ci sono scuole con soli 30 bambini non può lasciare nell’indifferenza. Questo esodo subdolo nasce dalla manipolazione del pensiero: i giovani già al liceo, con l’avallo dei genitori, dicono “Io devo andare via dalla Sicilia”, perché a quel giovane abbiamo innestato il pensiero dell’abbandono della Grande Madre Sicilia. Questa terra ha bisogno dei suoi bimbi. Non dovete andare via, proviamoci. Perché in Sicilia non manca il lavoro, manca l’educazione al lavoro e quel senso del sacrificio che può diventare intraprendenza e industriosità. Rispetto a una cultura generazionale che è cresciuta nell’assistenzialismo e nell’immobilismo, dobbiamo progettare questo controesodo».

«C’è una strategia politica culturale mondiale che vede allontanare i giovani dalle piccole comunità per creare solo cimiteri territoriali – continua Antonio Presti – basti pensare alle città metropolitane come Palermo, Messina o Catania: quest’ultima fra 20 anni senza i comuni pedemontani e dell’Alcantara perderà la sua vera anima, diverrà una città vuota, senza identità e senza valore di differenza. Trovare nell’Arte un nuovo percorso di ricucitura tra i territori e una nuova codifica di presente attraverso il linguaggio universale, dev’essere una delle direzioni da seguire. Allora a quello spirito di globalizzazione che vuole omologare tutto ciò che ci circonda, occorre rispondere con la semina, generando un altro innesto, diverso dalla morte. Il valore, lo spirito che anima questa differenza è rappresentato da tutti i piccoli comuni, dai loro dialetti, dai loro Santi protettori, dalle loro tipicità, dai prodotti della terra, dalle chiese, dal paesaggio. Non esageriamo con queste sagre che purtroppo a volte espropriano l’identità dei territori in nome del buon cibo o del vino: l’Etna e l’Alcantara sono storia, cultura, comunità, tradizioni, bambini, bellezza. Forse questo fa paura al potere e forse quel potere vuole distruggere tutto questo. Come si può pensare che una montagna sacra come l’Etna, dove al vertice ci sono milioni di visitatori, possa veder morire i suoi comuni? È scellerato solo il pensiero».

Un dictat spirituale e civile che il presidente della Fondazione Fiumara d’Arte vuole lasciare come vera e propria eredità: «Occorre bilanciare universalmente un’altra visione – continua Presti – e ritornare alla bellezza, alla vita, al sogno, allo stupore di quella meraviglia che trova sempre nella conoscenza e nel sapere la sua libertà e la sua democrazia». Un percorso che parte proprio da Librino, dove le espressioni artistiche di cui si nutre la comunità indicheranno la via di questo nuovo itinerario turistico culturale dell’Etna e dell’Alcantara: «Il controesodo vuole trovare nei bambini, nelle scuole e nelle famiglie quel processo educativo che serve a riprogettare il futuro – continua Presti – dopo la prima esperienza del Cantico, questa rete civica confermerà la nascita di un nuovo percorso spirituale dei territori. E se questa rete lavorerà sempre, ogni anno, educando i giovani all’amore per i luoghi natii, riusciremo a rispondere concretamente alle criticità di questo presente».

Inaugurazione delle Opere Monumentali:
mercoledì 2 ottobre a Randazzo (ore 10.30) e Graniti (ore 16.00);
giovedì 3 ottobre a Malvagna (ore 10.30);
venerdì 4 ottobre a Castiglione di Sicilia (ore 10.30);
sabato 5 ottobre a Gaggi (ore 10.30) e Motta Camastra (ore 17.30)
domenica 6 ottobre Bosco delle Betulle Crateri Sartorius (9.30) e Piedimonte Etneo (16.30)

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