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Ott 2019
Aci Trezza

Tra le attrattive che la città di Catania offre, specialmente d’estate, il mare è sicuramente la sorpresa più grande ed affascinante. Non sono molte infatti le città che possono vantare sia una litorale sabbioso, la Playa, andando verso il Simeto, che una costiera rocciosa molto suggestiva, dalla Stazione ferroviaria fino all’Acese.
Se, infatti, l’architettura rappresenta una memoria storica a cielo aperto, altrettanto può dirsi delle rocce laviche che frastagliano le coste del circondario catanese. Alti costoni, intersecati da calette dalle acque smeraldo e cristalline, rappresentano un approdo invitante per chi viene dal mare in barca, e un’oasi di pace per i bagnanti che possono usufruire grazie dei numerosi passaggi e delle strutture balneari. Imbarcandosi dal porto di Acitrezza e dal porto Ulisse o da Ognina a Catania, e coprendo in barca il tratto che intercorre tra le due località (numerose sono le barche che offrono questo servizio ai turisti), è possibile rimanere affascinati dalla forza di una natura che segnando così profondamente il territorio.

Aci Trezza è una frazione di 4949 abitanti di Aci Castello, centro di antica tradizione peschereccia, fondato alla fine del Seicento dal nobile palermitano Stefano Riggio come approdo marittimo per il proprio feudo. Il paese si affaccia sul mar Ionio dinanzi al piccolo arcipelago delle isole Ciclopi, sito di interesse naturalistico e geologico che, dalla seconda metà del Novecento, è divenuto anche una destinazione turistica.

Aci Trezza è nota inoltre per essere il luogo in cui sono stati ambientati il romanzo I Malavoglia di Giovanni Verga e il film La terra trema di Luchino Visconti. A completare l’opera sono stati gli uomini, attribuendo a quei luoghi nomi che li legano alla leggenda. Ecco così a metà percorso le grotte di Ulisse, nove grotte, di cui due comunicanti attraverso un passaggio, che con la loro maestosità sembrano interrompere lo scorrere del tempo, per riportarlo indietro all’epoca degli eroi greci, dove secondo la tradizione, è ambientato il IX canto dell’Odissea di Omero.

Il mito narra dello scontro tra Ulisse e Polifemo, quest’ultimo accecato dopo averlo fatto ubriacare. Così facendo, Ulisse riuscì a fuggire dalla grotta dove era stato intrappolato con i suoi compagni, schivando i massi scagliati dal ciclope che secondo la tradizione divennero le Isole dei Ciclopi. In questa zona si trovano i suggestivi basalti lavici della rocca del Castello di Aci, sede del museo geologico e del giardino botanico, e ancora dei Faraglioni e dell’Isola Lachea, oggi stazione per gli studi biologici dell’Università degli Studi di Catania e parte integrante dell’area protetta istituita dalla Regione Siciliana nel 1998, la Riserva naturale integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi.

Ma nel piccolo Borgo marinaro si possono apprezzare anche bellezze storico-culturali e architettoniche, sia religiose che civili. Ne è un esempio la Chiesa di San Giovanni Battista, chiesa principale del paese ricostruita dopo il terremoto dell’11 gennaio 1693 per poi essere ampliata e abbellita nei secoli successivi. La facciata è in stile barocco con portale classico, al di sopra del quale si trovano due celle campanarie. In fondo alla navata minore si trova un altare con il crocifisso affiancato dalle statue di Maria Addolorata e Giovanni evangelista. Poi ancora l’ Edicola della Madonna della Provvidenza, la più antica delle cappelle sparse in paese. Costruita nel XVIII secolo nei pressi del feudo della Trizza, rappresenta l’unico edificio di culto contadino di Aci Trezza. L’edificio si presenta a camera unica con una cupoletta sormontata da una piccola campana e al suo interno conserva un’icona della Vergine Maria.

Riguardo le Architetture civili, degna di nota è la Fattoria del Feudo posta in cima a via Feudo, che costituisce l’ultima testimonianza architettonica della vita contadina di Aci Trezza. A fianco scorre il torrente Feudo che nascendo dalla retrostante collina in epoche passate veniva utilizzato per irrigare i campi, prima di alimentare più a valle il lavatoio. La fattoria è una grande casa padronale composta dal terrazzo di accesso e da due ampie stanze vicine al cortile con il cancello d’ingresso. Sul retro è possibile scorgere l’antico frantoio, la stalla, il pollaio e il giardinetto di limoni. Si trova in pieno centro storico, rialzata rispetto alla via d’ingresso ma staccata dal retrostante feudo, ormai divenuto quartiere residenziale. Merita un accenno anche Casa Merra, Palazzetto di forma quadrata a due piani posto sulla marina di Trezza quasi dentro il porto storico. È uno degli edifici più antichi del paese e prende il nome dalla proprietaria Domenica Fichera detta «Micia la Merra» che lo utilizzò come locanda nel XIX secolo. Il palazzo sorge dove un tempo vi era l’antica locanda, andata distrutta dopo la caduta dei principi d’Aci.

Per finire, non si può non citare la Torre dei Faraglioni, unica torre superstite del sistema difensivo fatto erigere dai Principi di Aci a protezione della città di Aci Trezza, adibito alla difesa del porto e dello spazio acqueo tra lo stesso e i faraglioni. Costruita su due piani non comunicanti tra di loro è stata eretta su una precedente costruzione la cui base poggia su ruderi di epoca romana o bizantina. Il piano inferiore è in buono stato di conservazione, mentre il primo è un rudere del quale sono visibili le mensole per la difesa e la terrazza sulla quale erano posizionati i cannoni. Nel corso del suo pieno d’utilizzo era presidiata ventiquattro ore al giorno da un caporale e due soldati. Insieme alla più grande Torre della Trizza posta sulla collina e alla terrazza fortificata del palazzo del Principe Riggio difendeva l’intero territorio di Aci Trezza.

Ph: Salvo Puccio Fotografo

 

 

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