05
Mar 2021
Le Terme Achilliane

Le terme romane nascono dalla fusione del ginnasio greco con il bagno a vapore egizio. Erano degli edifici pubblici e rappresentavano uno dei principali luoghi di ritrovo durante l’antica Roma, a partire dal II secolo a.C..

Le terme erano a disposizione di tutti, potevano entrare anche i più poveri, e in molti stabilimenti l’entrata era gratuita o quasi.

Erano certamente luogo di socializzazione, di relax e di sviluppo di attività vive per uomini e donne che, in spazi ed orari separati, facevano il bagno completamente nudi. Le prime terme nacquero in luoghi dove era possibile sfruttare le sorgenti naturali di acque calde o dotate di particolari doti curative.

In epoca romana la città di Catania godeva di numerosi flussi d’acqua e per questo motivo in quel periodo furono costruiti vari edifici termali tra cui le terme della Rotonda, dell’Indirizzo e quelle Achilliane. Oggi vi raccontiamo proprio di queste ultime, risalenti circa al IV secolo.

Si tratta di un edificio dalle vaste dimensioni a cui si accede passando dal Museo Diocesano di Catania, che si estende sotto la Cattedrale fino alla via Garibaldi. Dal suo interno è possibile scorgere le fondamenta della fontana dell’Elefante e il fiume Amenano. Diversi scavi hanno fatto ipotizzare però che in realtà l’area occupata fosse molto più ampia e che comprendesse addirittura anche piazza San Placido e piazza Università.

Il complesso termale venne sepolto dall’eruzione del 1669 e dal successivo terremoto del 1693, finchè non rivide la luce nel Settecento per volontà del Principe di Biscari, Ignazio Paternò Castello. Il nome dell’impianto è stato individuato grazie all’iscrizione su una lastra di marmo databile alla prima metà del V secolo e attualmente esposta al Museo Civico del Castello Ursino.

La struttura oggi appare ben conservata, in particolar modo il locale più ampio – tra quelli riportati alla luce – che presenta volte a crociera sorrette da quattro pilastri a pianta quadrangolare. E’ un ambiente di circa 11 metri di larghezza e 12 metri di larghezza e si tratta del Frigidarium, cioè di quella zona in cui si trovava la vasca contenente acqua fredda.

All’interno della vasca, interamente rivestita in marmo come i pavimenti, si può riconoscere ancora una struttura in ferro che veniva utilizzata dai bagnanti per entrare in acqua. Alzando lo sguardo al soffitto è possibile vedere sulle volte i resti degli affreschi risalenti all’epoca classica e raffiguranti scene di ambienti ed elementi agresti, come i tralci della vite. Per questo motivo alcuni storici indicano questo complesso termale come il “bagno di Bacco”.

Un altro ambiente della struttura, anch’esso visitabile, è il Tepidarium, cioè la sala dedicata ai bagni in acqua tiepida. Al riscaldamento dell’acqua provvedevano i focolari sotterranei che diffondevano aria calda dagli ipocausti, gli spazi sottostanti alle pavimentazioni sospese dei vani da riscaldare. Così, tramite un sistema di canalizzazione dell’aria, la temperatura dell’ambiente veniva mantenuta mite.

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