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Ott 2019
Villa Cerami

Villa Cerami è uno dei palazzi storici più importanti di Catania ed oggi, è la sede della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo Catanese. In precedenza è stata la residenza della famiglia nobiliare Rosso di Cerami che, dopo il terremoto del 1693, la fece costruire. La villa, situata in cima allo “sperone di Penninello”, un promontorio che, insieme ai quartieri di San Nicola, Montevergine e Santa Marta, costituiva la parte più alta e più potente della città.

L’edificio si trova esattamente alla fine di via dei Crociferi, dove sorgeva un terreno del duca di San Donato di Camastra. Il suo portale di ingresso, in puro stile barocco, è abbellito con lo stemma litico della famiglia che ne ha ordinato la costruzione. Da qui si accede al cortile della villa, sulla destra del quale si trovava la scuderia, e dunque allo scalone monumentale che porta fino all’ingresso della struttura.

Sui muri di Villa Cerami è evidente la mano di Gian Battista Vaccarini che vi lavorò nel settecento, mentre un secolo dopo arrivò Carlo Sada, l’architetto milanese che lasciò le sue tracce in una ristrutturazione successiva chiesta dai principi di Cerami. Secondo la tradizione sarebbe stato il III principe di Cerami, Domenico Rosso, a dare avvio alla costruzione del primo nucleo costituito dall’ala meridionale, al quale poi si sarebbe affiancato un corpo centrale a squadra. Su questo purtroppo non ci sono notizie certe, ma sarebbero state le memorie del principe, andate perse, a raccontare della prosecuzione dei lavori e dell’ambizioso progetto di costruire una villa principesca, nella quale oltre alla casa ci fosse un porticato, un baglio, una scuderia e una scala. Nel 1881 la villa ebbe anche degli ospiti d’eccezione, il re Umberto e la regina Margherita, in onore dei quali fu tenuto un ricevimento con ballo.

Caratteristica la fontana che si trova sullo scalone che da su via dei Crociferi e sulla quale si legge “Publico/non a publico/hic publicus” cioè “costruita a beneficio del pubblico senza spesa di denaro pubblico”. Nella corte che separa la villa dai cinque piani dell’edificio nuovo della facoltà di giurisprudenza, dove si trovano le stanze dei professori e varie sale per gli studenti ed il personale amministrativo, si può ammirare la Grande bagnante, opera bronzea di Emilio Greco.

La Villa resta una delle massime espressioni del barocco siciliano ed è un’altra dimostrazione, dopo quella del Monastero dei Benedettini, di come questi edifici possano essere riutilizzati e valorizzati allo stesso tempo. Difatti nel 1957, sotto la spinta dell’allora rettore Cesare Sanfilippo, la residenza venne acquistata dall’Università di Catania e trasformata nella sede della Facoltà di Giurisprudenza. Successivamente furono operate alcune modifiche all’interno dell’edificio e al suo prospetto: il salone delle feste venne destinato ad aula magna della Facoltà. Inoltre i colori degli affreschi furono ravvivati e le sale, così come tappeti, specchiere, divani e tavoli, restaurati.

Si tratta di un luogo in cui la vita si muove velocemente e lentamente allo stesso tempo, perché le sue terrazze e i suoi giardini vengono utilizzati per lo studio, per la lettura e anche dai turisti per scattare delle foto e godere della tranquillità a pochi passi dalle vie del centro. Ogni giorno migliaia di giuristi la percorrono e la vivono, frequentando le aule per le lezioni, come pure le biblioteche e le aule studio dei piani superiori. Inoltre vengono usati come punto d’incontro anche il giardino e la piazzetta, dove tra una lezione e l’altra, gli studenti sfruttano il tempo per studiare e chiacchierare.

Ph: Salvo Puccio Fotografo

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