Peter Pan in scena al Piccolo Teatro di Città

Domenica pomeriggio, alle 17:30, al Piccolo Teatro di Città di Catania va in scena il Peter Pan di James Barrie riadattato in versione teatrale dalla scrittrice catanese Lina Maria Ugolini.

La Ugolini ha curato un divertente adattamento teatrale che vede Gianni Salvo alla regia, con le scene e i costumi di Oriana Sessa, le musiche di Pietro Cavalieri, le luci e la fonica di Simone Raimondi. A vestire i panni di quel mondo fantastico pensato da Barrie saranno invece Tiziana Bellassai (Fata Lucistella), Giuseppe Carbone (Michele), Egle Doria (Peter Pan), Ezio Garfì, Alessandra Lombardo. Alberto Nicola Orofino (Gianni).

Il costo del biglietto è di € 10,00

Info e prenotazioni: 095 5310 18 - 345 9714318

Ecco cosa si legge dello spettacolo dal sito dell'autrice:

Il 27 dicembre 1904 al teatro Duke of York di Londra, debuttò la commedia di James M. Barrie: Peter Pan. The boy who wouldn't grow up, il bambino che non voleva crescere. Da quel giorno la storia di questo leggiadro satiretto verde ha conosciuto innumerevoli adattamenti sia cinematografici, sia musicali. Le industrie del settore hanno costruito un prodotto (in taluni casi) sicuramente valido ma soprattutto spettacolare, traducendo i valori contenuti nella scrittura di Barrie con strategie offerte dalla tecnica e dal marketing pubblicitario. Immaginazione = effetti speciali. Niente di più bieco per lo sviluppo mentale di un bambino.

Il bambino del nostro tempo deve crescere in fretta ed imparare ad essere competitivo. Deve soprattutto "consumare" nell'accezione più totale del termine: cibo, giocattoli, fantasia. E in quest' azione plurima, non avere il tempo di sentirsi solo ma guidato, tenuto per mano dalle intelligenze di un mondo costruito e virtuale.

Da questa premessa, l'impresa coraggiosa di restituire ad un testo universale una leggibilità autentica. Immaginazione = stupore = gioco = fanciullezza. Ricordare come prodigio di fabula, anche l'impalpabile presenza delle Fate della tradizione inglese che furono balie e compagne del bimbo che volò dalla propria carrozzina una mattina ai Giardini di Kensington. E ancora, il mondo leggero degli uccellini…

Personalmente non credo nel valore "educativo" di Peter Pan. ATTENZIONE… non ci credo se questo vocabolo viene inteso per etichettare una prassi univoca, un clichè interpretativo e modaiolo. Preferisco sostituire il termine con una parola da scrigno prezioso: CONOSCENZA. Peter Pan educa in quanto mostra ai suoi lettori come è fatto il cervello di un bambino. La "morale" sottesa alla storia bisbiglia di continuo: conserviamo per sempre Peter dentro di noi, non dimentichiamo l'unico periodo di grazia della nostra vita. Peter Pan – e qui lo scrigno su citato ci offre una chiave – deve aiutare coloro che hanno la fortuna di lavorare per i bambini a rispettare il loro mondo. Tenere ed avere tra le dita questa chiave, ci permette di poggiare un piede all'interno di una dimensione perduta, rintracciabile lungo la rotta che conduce all'Isola Che Non C'è. James Barrie possedeva questa chiave, la sua biografia ce lo testimonia.

Dove potrà mai stare sulla scena questo Paese di giochi? La metafora scelta dalla fata Lucistella, alla quale compete di condurre la narrazione della nostra fiaba, suggerisce: un cassetto… Perchè? Cosa rappresenta? Cosa contiene? Il consiglio che ha indotto ad inventarla, arriva direttamente da Barrie, da alcune illuminanti righe contenute nel romanzo Peter Pan e Wendy (il testo fu pubblicato nel 1911 sulla base della traccia di Peter Pan in Kensington Gardens, dato alla stampa nel 1906).

Il cassetto o meglio i cassetti della stanzetta dei Darling, racchiudono tutti i pensieri fantastici dei bambini. Il cassetto conserva la magia dell'immaginazione, il meccanismo che permette allo sguardo innocente di trasformare durante il gioco un armadio in un veliero, un lenzuolo in una laguna. Basta far entrare in questa stanza l'aria fresca della notte per autorizzare l'arrivo possibile di Peter Pan. Lucistella, di tutti i cassetti di tal natura è la fata custode.

In ogni cassetto fanciullesco si trova così riposta una mappa di pensieri costruttori di luoghi desiderati. La trasparenza del gioco risulta raggiungibile e grazie a Peter possibile. Sull'Isola Che Non C'è, troviamo tutti gli ingredienti dello svago infantile: i pirati, gli indiani, il nascondino dei Bambini Perduti, la voglia delle capanne, delle case sugli alberi, dei duelli con le spade, delle fughe animate di batticuore: sentimenti intrepidi che investono i piccoli animi come un temporale estivo. Giustizia! Abbasso Giacomo Uncino! Liberiamo Giglio Tigrato! Burrasche intense e passeggere inserite in un presente eterno: il tempo di Peter Pan.

E Peter Pan, compagno ideale di tutte queste avventure, cosa insegna proprio ai bambini? Lui che non è mai cresciuto, induce a riflettere sulla consapevolezza del crescere e sull'importanza degli affetti. Wendy, Gianni e Michele decidono di ritornare a casa, scelgono di richiudere i cassettini dei loro sogni sapendo bene cosa possono contenere. In questo segreto sta il rinnovabile incanto di Peter Pan, la sua memoria.

Lina Maria Ugolini

23 Apr 2017
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