L’anfiteatro romano è visibile da piazza Stesicoro. Si tratta di una costruzione di epoca imperiale risalente al II secolo. Durante l’eruzione del 252-253 fu lambito ma non distrutto dalla lava. utilizzato come cava per materiali da costruzione nel V secolo, Teodorico re degli Ostrogoti e nel’XI secolo da Ruggero II di Sicilia, secondo la tradizione fu utilizzato dagli Angioni come accesso alla città durante la Guerra dei Vespri. Nel XIV secolo, invece, gli ingressi furono murati e l’anfiteatro fu inglobato nella rete di fortificazioni Aragonese. Nel 1550 vennero abbattuti il primo e il secondo piano di spalti, le cui macerie funsero da riempimento per le gallerie.
Il terremoto del 1693 ne decretò la “sepoltura”. Sulle fondamenta dell’Anfiteatro, dunque, sorsero le nuove abitazioni e la facciata della chiesa di Sant’Agata alla Fornace. Fu il principe di Biscari, nel XVII secolo a dare il via agli scavi che avrebbero riportato alla luce l’opera. La nuova decadenza dell’anfiteatro ebbe inizio durante le due guerre mondiali, quando la struttura sotterranea venne utilizzata come rifugio. Tutt’oggi molte gallerie sono chiuse per motivi di sicurezza, ma possiamo comunque ammirarne tutta la sua magnificenza. Si tratta del più grande anfiteatro romano in Sicilia, il terzo in Italia dopo il Colosseo e l’Arena di Verona. Quando fu costruito poteva ospitare fino a 15.000 spettatori seduti e più del doppio con le impalcature lignee per i posti in piedi. Secondo una tradizione incerta, all’interno dell’Anfiteatro si svolgevano anche le naumachie, ossia vere e proprie battaglie navali.
Orari ingresso: da martedì a sabato dalle ore 9.00 alle ore 13.00. Domenica e festivi dalle ore 9.00 alle ore 13.30 e dalle ore 14.00 alle ore 19.00.
Informazioni: 095/7150508 polomuseale.ct@regione.sicilia.it; poloregionalect.urp.@regione.sicilia.it
Ingresso gratuito