“Il surrealismo della pianta grassa” al Mondadori Bookstore

Sabato 1 febbraio 2020, al Mondadori Bookstore, Francesco Cusa presenta il suo libro "Il surrealismo della pianta grassa", Algra Edizioni.

AUTORE
Batterista, compositore, scrittore, è nato a Catania nel 1966. Intraprende lo studio del pianoforte a quattordici anni, poi passa alla batteria facendo seminari con Ettore Fioravanti, Bruno Biriaco, Roberto Gatto, Massimo Manzi. Si trasferisce a Bologna nel 1989, dove si laurea al Dams nel 1994 con la tesi: “Gli elementi extramusicali nella performance jazzistica”. In quell’humus ha modo di collaborare con artisti provenienti da varie parti d’Italia, come Fabrizio Puglisi, Domenico Caliri, Paolo Fresu ecc. In quegli anni fonda il collettivo bolognese “Bassesfere”, assieme ad altri esponenti della musica jazz e di ricerca di quegli anni. Il suo percorso artisti co lo porterà a suonare negli anni in Francia, Romania, Croazia, Slovenia, Bosnia/Erzegovina, Serbia, Olanda, Germania, Svizzera, Austria, Ungheria, Norvegia, Spagna, Belgio, Danimarca, Polonia, Usa, Cina, Giappone, Etiopia, Turchia. Successivamente fonda assieme a Paolo Sorge e Carlo Natoli il progetto artistico "Improvvisatore Involontario”, che diventerà una delle label più influenti nel panorama italiano del jazz di ricerca. Da sempre interessato all’interdisciplinarità artistica, è anche scrittore di racconti, romanzi e poesie e ha pubblicato diversi articoli di musicologa e di critica cinematografica presso molte riviste specializzate. Nel corso della sua carriera ha realizzato numerosi lavori di creazione e sonorizzazione di musiche per film, teatrali, letterari, di danza e arti visive, collaborando con noti ballerini, poeti e visual performers.

LIBRO
Attitudine onnivora e perimetrale quella di Cusa in questo "Il surrealismo della pianta grassa", appetito famelico che si mette a monitorare il presente con la stessa vis ribollente del suo drumming. Non è un caso evidentemente che Cusa abbia portato spesso sul palco i suoi scritti alternandoli ai suoi batterismi, in una sorta di gioco incrociato in cui la musica si fa verbo e il verbo si fa "colpo sulle pelli". Il riferimento a Pico della Mirandola non vuol essere semplicemente dissacrante. [...] L'assoluta novità della riflessione di Mirandola è proprio nel relativismo etico e in quella "instabile libertà" di cui anche Cusa, in queste pagine, così come nelle sue performances discografiche, si fa instancabile vessillo. Non è importante il tema, né il suo peso specifico, quanto la predisposizione di analisi dello spettro, la voglia di ruminare il mondo, il tentativo (a volte riuscito, altre meno) di bisturizzare le cose che accadono.

01 Feb 2020
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