Mozart, Vienna e il 1791. È un ambizioso focus sugli ultimi mesi di vita del genio salisburghese quello che il Teatro Massimo Bellini di Catania propone, nella duplice inaugurazione delle stagioni sinfonica e lirica 2019, affidate a un’unica, straordinaria bacchetta, quella del suo direttore principale ospite, Gianluigi Gelmetti, alla guida dei complessi stabili dell’Ente etneo. A tagliare il nastro delle manifestazioni – venerdì 4 gennaio, alle ore 20,30, e quindi sabato 5, in replica alle 17,30 – sarà la solenne inaugurazione del cartellone concertistico, che prevede uno dei più grandi capolavori della storia della musica di tutti i tempi, il Requiem per soli, coro e orchestra, K 626, di Wolfgang Amadeus Mozart, solo due settimane prima dell’attesissimo Flauto magico, titolo inaugurale della ricca locandina operistica, che prederà il via il 20 gennaio prossimo.
Scritta su commissione del conte Franz von Walseggzu Stuppach, la Messa suggella infatti un anno di particolare fervore creativo, in cui vedono la luce alcune gemme del catalogo dell’autore di Don Giovanni: l’ultimo Concerto per pianoforte e orchestra in si bemolle maggiore, K 595, accanto al luminoso Concerto per clarinetto in la maggiore, K 622; e ancora il celeberrimo mottetto Ave, verum corpus, K 618, oltre agli ultimi due capolavori dedicati alle scene liriche, La clemenza di Tito e, appunto, Il flauto magico.
Rimasto incompiuto e ultimato da alcuni allievi, tra i quali spicca il nome di Franz Xaver Süssmayr, il Requiem è opera leggendaria, considerata come una fosca premonizione della fine imminente del compositore tanto dalla letteratura teatrale (a partire dal ‘microdramma’ in versi Mozart e Salieri di Aleksandr Puškin, del 1830) come dalla più appassionante cinematografia mondiale (su tutti l’indimenticabile Amadeus di Miloš Forman). Tasselli, tutti altamente significativi, della ricezione di una partitura che al cataclisma del giudizio universale oppone l’attesa della salvezza dei giusti.
L’esecuzione catanese si annuncia già come particolarmente accattivante: accanto all’Orchestra e al Coro del “Bellini” – quest’ultimo istruito dal suo direttore stabile, Luigi Petrozziello – sarà possibile ascoltare un quartetto d’interpreti d’eccezione, contestualmente impegnati nelle prove del Flauto magico: il soprano Elena Galitskaya, il contralto Vet Pilipenko, il tenore Giovanni Sala e il basso Karl Huml.
A pochi giorni dall’applauditissimo concerto di Capodanno, sul podio ritorna Gianluigi Gelmetti, che dall’autunno del 2017 è direttore principale ospite del “Bellini”. Bacchetta tra le più prestigiose del panorama internazionale, compositore e regista, l’artista romano è stato direttore dell’Orchestra della Radio di Stoccarda, dell’Orchestra della Rai di Roma e dell’Orchestra Sinfonica di Sidney, direttore musicale dell’Opera di Roma, direttore musicale e artistico dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo, direttore onorario del Teatro “Verdi” di Trieste. Premio Rossini d’Oro; per le più importanti etichette internazionali vanta una discografia che include opere composte tra la fine Settecento e il Novecento. A lui l’onere di dirigere il testamento spirituale di Mozart, una tra le partiture più emozionanti di tutti i tempi.