09
Apr 2021
Porta Garibaldi, il Fortino di Catania

Catania è stata distrutta e ricostruita più volte, questo fa parte della nostra storia. Nemmeno gli eventi più catastrofici hanno impedito ai catanesi di dichiarare più e più volte il proprio amore per questo luogo. Niente, nessuno, ha impedito loro di rimanere legati alla loro terra.

Una dichiarazione di grande forza di volontà trasformata in parole proprio sull’arco trionfale di Porta Garibaldi dove svetta la frase “melior de cinere surgo” ( risorgo sempre più fiorente dalle mie ceneri”.

Porta Garibaldi, il Fortino, per i catanesi ‘U Futtinu, è stata costruita nel 1768 in occasione delle nozze di Ferdinando I delle Due Sicilie con Maria Carolina d’Asburgo Lorena. A questo si deve l’altro suo nome, Porta Ferdinandea.

Segna l’ingresso d’onore dalla zona ovest della città di Catania.

Imponente nella sua struttura, si riconosce fin dall’inizio di via Garibaldi, lasciandosi il Duomo alle spalle, per la sua bicromia creata dal nero della pietra dell’Etna e dal bianco di quella altrettanto famosa di Lentini. E’ incastonata tra piazza Palestro e piazza Crocifisso, proprio alla fine di via Garibaldi.

Questo monumento storico è un libro di pietra che raccoglie i simboli della città, da Sant’Agata all’elefante di piazza Duomo e naturalmente la fenice, quell’uccello mitologico che risorge dalle sue stesse ceneri, proprio come Catania.

Sulla pietra erano inseriti dei medaglioni con i ritratti dei due sovrani celebrati, in parte successivamente cancellati per protesta contro i borboni. Proprio dopo questa fase mutò anche il nome di questo arco che da Porta Ferdinandea cominciò ad essere chiamato proprio Porta Garibaldi.

Perché Futtino? Perché nella zona dove sorge, un tempo, esisteva un fortino voluto dal Vicerè Claudio Lamoraldo, principe di Ligne, edificio distrutto all’indomani dell’eruzione del 1669 che cambiò la fisionomia dell’intera città. Oggi di quella struttura non esiste che una porta in via Sacchero.

PH Salvo Puccio

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